venerdì 8 aprile 2011

Il Ferro tra mitologia, simbolismo e alchimia

Nell'antichità il Ferro non era estratto, ma si raccoglieva dalle meteoriti precipitate e questo carattere siderale, [da sidus-stella], si preserva ancor oggi nei vocaboli sideros = ferro e siderurgia, sideremia e altri attinenti al Ferro. Il suo ruolo organico è conosciuto dalla più remota antichità dove gli era attribuita una grande importanza per la salute in generale e per la forza fisica in particolare. L'accostamento Ferro-Forza è inseparabile nella mitologia greca con Ares e in quella romana con Marte, focose divinità della guerra che s'inebriavano nel sangue come loro elemento vitale. Dalla forza alla violenza il passo è breve e quest¿ultimo legame lo esprime eloquentemente Ovidio(Metamorfosi, Libro I ,vv 127 ) chiamando "età del ferro" l'ultima fase della presente umanità e gli orrori che in essa si manifestano. La stessa tamasica genia che in Esiodo (Le opere e i giorni) è descritta come la "razza di ferro" ("il solo diritto sarà la forza, la coscienza non esisterà più, ai mortali non rimarranno che tristi sofferenze e non vi sarà alcun soccorso).
Discostante da queste infernali descrizioni è l'alchimia medievale, che unisce Marte al Ferro (e al colore del sangue), ma con descrizioni più seducenti: "un metallo dalla cui tintura, se si riuscisse ad estrargliela (ovvero, l'elemento virile-guerriero, dalla condizione corporea) si potrebbe ottenere l'oro (ovvero, la conoscenza)" (J. Bohme). I maestri ayurvedici insegnano che il Ferro è antianemico e "unisce il cielo alla terra", come il sangue unisce la modalità sottile a quella somatica.



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